A Bruxelles in cerca d’avventure, ho trovato una casa
Ed eccoci, alla fine di questa esperienza a Bruxelles. In cerca di avventure, ho trovato una casa. Una città più gentile che caotica, più accogliente che competitiva, sempre pronta a farti sentire a casa.
Lascio il Belgio con una valigia alleggerita dalle ansie di solitudine, più pesante di relazioni professionali e, soprattutto, umane. Quattro mesi sono stati preziosi per gettare le basi di collaborazioni e progetti futuri, e trovare nuovi alleati per continuare a praticare giornalismo indipendente nel Sud d’Italia e d’Europa.
Lentezza, prossimità e complessità sono diventate un “lusso” nello spazio mediatico contemporaneo. Oggi più di ieri, per praticare un buon giornalismo indipendente ci vuole tempo e ci vogliono risorse, anche economiche. Abitare la “Capitale d’Europa” mi ha mostrato quanto ricco sia il bacino delle possibilità che viene negato alle cittadine e ai cittadini italiani, specie dalle mie parti.
Dei 74 miliardi di euro di fondi strutturali europei, a disposizione nel periodo 2021-2027, l’Italia ha fin qui speso 535 milioni. Nemmeno l’1 per cento. È un fiume di opportunità e redistribuzione delle risorse che scorre accanto a milioni di persone che ne possono sentire il fluire ma non sanno in alcun modo come accedervi per placare la sete di investimenti, sostegno, servizi.
Torno a Reggio, al margine, là dove la prospettiva meridionale può maturare in maniera sana e partecipata. Adesso so che ci saranno orecchie pronte al nostro ascolto anche qui. In barba agli oltre 2.000 chilometri che separano le città. Lavorare in Calabria, a Reggio Calabria, non vuol dire necessariamente isolarsi, anzi è un’occasione per partecipare al racconto globale da una prospettiva meridionale. È proprio così, queste settimane hanno consolidata questa convinzione.
Voglio prendere per buona la massima impertinente di Joseph Conrad, «anche quando guardo dalla finestra sto lavorando». Cara Bruxelles, guardare dalle tue finestre è stato un piacere.
