USCIRE DA SE

Disegno, collaborazione, sorpresa

Queste sono le tre parole che ho scelto per rappresentare la mia esperienza Erasmus a Londra con Dash Arts.

‘Disegno’ perché lavorare con un’organizzazione impegnata su progetti internazionali, di cui fanno parte persone provenienti da tutto il mondo con diversi percorsi lavoratici alle spalle, mi ha fatto capire l’importanza del tenere a mente il disegno più grande, il collante, l’obiettivo per cui tutti si danno da fare, che può perdersi nel corso dei giorni in cui si affrontano difficoltà più grandi. Disegno è capacità di un pensiero parallelo che tenga strette tutte le cose che devono succedere quando si è impegnati su tanti campi diversi in un progetto a lungo termine.

‘Collaborazione’ perché da soli non si va da nessuna parte. In un’esperienza in un paese nuovo per la prima volta, come direttore artistico, che si basa sulla visione ampia del progetto non puoi non affidarti a chi ha più esperienza di te e imparare ogni giorno per poi essere in grado di valutare e scegliere da soli.

‘Sorpresa’ è la capacità di meravigliarsi del proprio progetto che attraverso occhi diversi e mani diverse dalle proprie, assume caratteri a cui non avevi minimamente pensato e che gli danno un diverso valore.

La principale cosa che ha visto un’evoluzione nel mio modo di approcciare il lavoro è stata la capacità di affrontare i problemi con un approccio realistico, meno condito dall’ansia, quindi essere più saldo e centrato nella guida di un team e la visione chiara dei problemi per quelli che sono, senza ingigantirli. Questa cosa nel team era già presente, ogni persona con cui ho lavorato aveva decine di progetti paralleli in ballo, questo mi ha insegnato a porre dei limiti e nel settorializzare il tempo da dedicare ai vari tasselli.

Quando sono arrivato qui mi aspettavo un contesto lavorativo frizzante e super creativo e questa aspettativa è stata pienamente rispettata. Sono stato purtroppo deluso da alcuni fattori che a causa del covid non hanno permesso un incontro stabile di persona con tutti nel corso del tempo, ma sono state cause di forza maggiore.

Parlando di risoluzione pratica dei problemi reali, questa è una cosa fondamentale che porterò nel bagaglio. Parlare con i produttori, definire la logistica, i contratti, le mail, le tempistiche e i budget da rispettare sono stati dei problemi concreti da risolvere nel minor tempo possibile per far si che un progetto, come uno show teatrale internazionale o un qualsiasi altro tipo di progetto, diventi realtà. Quindi nel mio futuro avrò con me una parte più pragmatica, più sveglia nel concepire in orizzontale la moltitudine delle cose da mettere a posto per portare a termine un progetto creativo e far si che non resti solo un’idea.

Sono cose che porterò con me aggiungendo a ciò che già faceva parte di me e delle mie competenze, ovvero l’architettura, il design, la musica, il video-making, la fotografia. Valori che mi hanno permesso di aver un quadro ampio dei progetti in azienda, permettendomi di avere una voce in capitolo rispettata nelle varie fasi del lavoro e un modo di astrarre e passare da un elemento all’altro che è stato un valore aggiunto nel team.

Quando usciamo dall’università, il mondo del lavoro ci sembra una chimera, perché lontanissimo dalla bolla surreale che si viene a creare all’interno del percorso di studi. Non potrei che straconsigliare l’esperienza a un giovane imprenditore, perché vedrà realmente come si porta a termine un lavoro nella realtà di tutti i giorni in un paese diverso dal nostro e quindi ci si arricchisce di diversità e di valori, di strumenti, che saranno richiesti perché diversi dalle persone che non hanno avuto la possibilità di aprirsi a nuovi approcci e modi di lavorare viaggiando in altri contesti.

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