Pensieri ispirati di fine programma/inizio di una nuova storia

La mia esperienza qui dunque volge al termine e se mi fermo un attimo a pensare mi rendo conto di come questi sei mesi mi abbiano cambiato. Era nei miei desideri poter vivere un’esperienza che desse il via alla costruzione di un percorso di cui ho sempre sognato, che potesse farmi vivere una quotidianità diversa da quella che vivevo e che potesse donarmi molteplici spunti. Ed ecco che adesso arriva il momento di tirare le somme di questi sei mesi.

Posso dire di aver vissuto ogni giorno con curiosità rinnovata, di aver aggiunto ogni giorno un nuovo tassello al mio bagaglio di conoscenze, di aver conosciuto persone da cui ho appreso moltissimo e che mi hanno permesso di capire il confronto con me stessa e con gli altri. Avendo lavorato in un team di piccola taglia ho capito che non bisogna aver timore di chiedere un consiglio o una mano e che da un confronto aperto nascono le migliori soluzioni. Ma soprattutto, parallelamente a questo, ho imparato che è giusto prendersi le proprie responsabilità e portarle fino in fondo, senza troppe ansie o paure. E ancora, ho avuto conferma di quanto mi piaccia questo mestiere e di quanto abbia voglia di dedicarmici; un mestiere con le sue mille difficoltà ma pur sempre un mestiere che ti permettere di ragionare, di riflettere e di sperimentare ed ho potuto rendermene conto perché grazie a questo scambio ho vissuto la quotidianità di uno studio a Parigi che pensa, progetta e costruisce l’architettura.

Ricordo il primo cantiere che ho visto con i miei occhi, con i materiali sparsi qua e là e impilati gli uni sugli altri, col rumore dei macchinari, la polvere sollevata, i controlli su ogni singolo elemento, le riunioni su tavolini ricavati nel primo angolo possibile e fogli di carta enormi, distesi, a far immaginare come quel posto di lì a qualche mese avrebbe avuto una configurazione totalmente diversa. Ne sono rimasta così piacevolmente sorpresa che con un orecchio ascoltavo e con l’altra mi ritrovavo a scattare foto su foto degli angoli per me più interessanti.

Questi sei mesi mi hanno permesso di capire come si struttura un piccolo studio d’architettura a partire dalla sua gestione, passando per l’apprendere a come pensare al meglio prima di presentare una proposta al come poter ottimizzare i tempi e le risorse. Ho potuto dedicarmi a progetti per me interessanti, incontrando sempre il confronto con il mio HE, pronto a donarmi un consiglio e a mettere a disposizione la sua esperienza che arricchiva di questo modo la mia.

Se dovessi analizzare il mio operato, direi sicuramente di aver dato il massimo perché mi sentivo in un ambiente stimolante e questo è stato fondamentale per poter donare al meglio le mie competenze: condividendo lo stesso approccio al progetto la mia esperienza era dunque ben adatta ai progetti su cui mi sono trovata a lavorare.

Questi sei mesi sono stati bellissimi e atipici: ho vissuto la gioia dell’iniziare una nuova esperienza all’estero, la paura quotidiana del lockdown, la felicità di uscire di nuovo fuori dopo il confinamento per poter riabbracciare amici e colleghi e poter così ricominciare a riscoprire la bellezza della vita insieme agli altri.

E adesso, infine, vivo con orgoglio ma pur sempre con un velo di tristezza la fine di questa storia: cercavo un’esperienza che potesse aiutarmi a gettare le basi per il mio futuro e di fatto l’ho trovata e non potrei far altro che consigliare a tutte le persone che hanno voglia di mettersi in gioco e di gettare le basi dei propri progetti futuri di non esitare neanche un attimo e di intraprendere questo fantastico percorso chiamato Erasmus for Young Entrepreneurs.

×

 

Hello!

Click one of our contacts below to chat on WhatsApp

× Come possiamo aiutarti?