TRA DUBBI E SCENARI APOCALITTICI: LA SCELTA GIUSTA È LA SCELTA CHE FA PIÙ PAURA

Eccomi qui, a pochi giorni dalla fine effettiva del mio periodo collaborativo con Elsa e lo staff dell’agenzia di IrRADIARE. Impossibile negare che sia stata un’esperienza fuori dal normale, ma credo che questo sentimento di anormalità sia stato condiviso da un vasto numero di persone nel mondo.

Dopo 5 mesi di lavoro appoggiandomi a IrRADIARE, di cui 3 passati praticamente lavorando in remoto, credo di avere 3 parole-chiave per descrivere la mia esperienza:

  • Gestione. Ho subito notato che la gestione del mio tempo dev’essere un aspetto non trascurabile nell’organizzare il mio futuro piano professionale. Il rigore è qualcosa su cui devo lavorare quotidianamente, è un impegno che devo prendere per il mio progetto, ma in primis per me stessa.

Aver potuto posticipare la fine della collaborazione di un mese non ha fatto che confermare questa teoria, poiché ho posto le basi per progetti futuri, di cui io e la mia gestione di tempo e risorse saranno gli elementi determinanti di riuscita.

  • Connessione. Che sia fisica o di rete, la parola connessione raccoglie decisamente una parte della mia esperienza. Essere obbligati a lavorare in remoto ha rallentato alcuni aspetti organizzativi, ma ha ci ha anche ricordato di non sottovalutare gli scambi che riusciamo ad avere tra colleghi, cercare di approfittare dei momenti di contatto per carpire tutti gli elementi necessari per portare a termine un compito con successo.

Ricordo con gioia gli incontri online che abbiamo organizzato e che ho potuto guidare con determinazione. Mi hanno ricordato di quanto mi piaccia essere a contatto con il pubblico e creare un legame con gli altri, anche se momentaneamente solo online.

  • Creatività. Specialmente durante la seconda parte della mia esperienza, ho potuto dare sfogo a molte idee e ho potuto sviluppare progetti innovativi. Questo lo devo alla struttura di IrRADIARE, alla possibilità di muovermi in autonomia e alla fiducia che mi è stata riposta.

Un esempio importante sono state le interviste che ho organizzato con alcuni artisti internazionali, uno scambio di opinioni e di idee molto ricco, che porterò sempre con me.

Per quanto riguarda il mio progetto professionale, devo ammettere che molte cose sono cambiate. La mia idea di creare una piattaforma di condivisione tra musiciste europee è un progetto che ho molto a cuore, ma che, data la congiuntura, non credo che potrò lanciare a breve. Questa esperienza ha comunque confermato una mia grande passione, per la scrittura di progetti culturali e per la logistica di eventi culturali. Questa mia passione si è anche riflessa nella struttura dell’agenzia IrRADIARE, dato che una parte della gestione dei progetti è stata concentrata soprattutto nel settore culturale. Sono dunque molto soddisfatta della esperienza all’interno di IrRADIARE, e credo che non sia finita qui, in termini di collaborazione.

Ora devo continuare a lottare per poter realizzare un progetto professionale che mi porti a sfruttare il mio potenziale e che mi faccia sentire utile. La strada è decisamente in salita, ma sento di potermi “lanciare”: questo momento di confusione mondiale ci ricorda quali sono gli impegni che vogliamo veramente prendere, che la fretta non risolve niente. E come mi ha suggerito un amico: risalire sul treno richiede forza, ma, ora che si è fermato, è sicuramente più facile.

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