Alla fine di un sogno
Ci siamo! inizia oggi la mia ultima settimana del programma EYE. Un programma di scambio e un esperienza che se qualcuno mi chiedesse di descrivere usando una parola di certo definirei come UNIQUE! questo vocabolo che in italiano usiamo comunemente come quasi a volerne snaturare il significato, in lingua inglese esprime pienamente e con forza i sentimenti che provo in questo momento, nel potervi raccontare di una ragazza partita dall’Italia 6 mesi fa senza troppe ambizioni o speranze nel futuro, nel mezzo di una pandemia mondiale e con una valigia da 12 kg che riusciva facilmente a racchiudere al suo interno i 29 anni vissuti.
Oggi tutto questo è cambiato! Grazie alle scelte che ho fatto? certo.. ma soprattutto grazie a questo programma di Intership e al mio host, con il quale giorno dopo giorno affrontavo nuove sfide, dal semplice compito di realizzare un sito per uno dei nostri affezionati partner a quello di convincere un possibile nuovo cliente, spesso col doppio dei miei anni sia in termini anagrafici che di esperienza imprenditoriale, che il nostro prodotto era valido e che avrebbe rappresentato per lui la scelta più giusta rispetto a quelle che offriva
il mercato. Le esperienze fatte nei primi 4 mesi sono state determinanti e alla base del lavoro che, grazie ai 2 mesi successivi che mi sono stati concessi dal programma EYE, io e il mio HE siamo riusciti a portare a termine.
Realizzare progetti, partendo da zero o quasi, di Interior Design e brand Identity per aziende e privati con budget cospicui mi faceva provare un senso di timore e preoccupazione che sapevo essere eccessivi, quasi non fossi al altezza o peggio, Inadeguata a svolgere il lavoro che mi era stato affidato. Oggi le uniche pressioni che provo quando io e il mio host chiudiamo un contratto sono quelle dei crampi allo stomaco per la fame, se la riunione si è dilunga di 40 minuti e, lavorando noi principalmente con il settore della ristorazione, tutto quello che ci circonda è di natura culinari e spesso di provenienza Italiana. Ma il programma EYE non è solo lavoro e vivere il presente, quanto più crescere nel presente dando un’ occhiata e creando delle solide basi per il futuro.
Quando mi ritrovo a passeggiare per le vie di una Londra semi deserta e casualmente capito nei pressi di uno dei locali che abbiamo contribuito a realizzare, vengo ancora accolta come parte del team, pur non facendone più parte in senso pratico. I rapporti lavorativi e personali che ho creato e coltivato in questi 6 mesi sono qualcosa che mai mi sarei aspettata da un esperienza simile, se hai voglia di crescere e migliorare mettendoti alla prova giorno dopo giorno e cliente dopo cliente questo programma ti lascia dei legami e delle collaborazioni che tendono a diventare capillari e indissolubili.
Tra un’idea che maturi stando sdraiata sotto un timido sole ad Hyde Park, un cappuccino sorseggiato mentre passeggi lungo le rive del Tamigi ed uno scoiattolo che ti viene incontro scendendo da un maestoso albero di ciliegio in fiore realizzi che in fondo le difficolta che hai affrontato: lingua, mezzi di trasporto, clima, cibo, solitudine erano solo tappe obbligate di ciò che la vita ti impone, CRESCERE. Questo mi ha portato al punto in cui sono oggi, oggi dove mi guardo allo specchio e a malapena mi riconosco se penso
alla giovane donna timorosa e insicura che ero fino a sei mesi fa. Oggi Londra tutta é la mia casa e non c’è via, quartiere o borough dove non mi senta del tutto a mio agio, oggi posso dire di aver trovato Casa.