C’est la fin, mais c’est pas de tout la fin! Verso un nuovo inizio.
Sono ormai al termine della mia esperienza EYE di quattro mesi qui a Parigi. Quando sono partita, l’8 aprile, non sapevo davvero cosa mi aspettasse. E’ incredibile ritrovarmi seduta a questa scrivania e riflettere a tutto quello che ho affrontato ed imparato in questi mesi. Mi sembra davvero uno strano sogno.
Grinta, pazienza, coraggio e selfconfidence, sono solo alcuni degli ingredienti presenti nel mix di emozioni che mi hanno accompagnato in questi mesi. Lo ammetto, ho messo a dura prova le mie capacità, e non è stato sempre una passeggiata, ma è incredibile quanto senta di essere cambiata e cresciuta dopo questa esperienza. Quando sono entrata nello studio, non ero niente di più che una estranea che abbozzava un maldestro francese alla ricerca di una esperienza. Adesso, non è solo il mio francese ad essere migliorato; nello studio ho acquisito un ruolo, Christophe (il mio HE) mi affida spesso compiti di fiducia, ed i miei colleghi, che all’inizio sembravano un po’ restii ad abituarsi alla mia presenza, non fanno altro che ripetermi di non lasciarli (a tal proposito, allego una foto del “mio telefono”, agli occhi di molti, un oggetto senza significato, ma ai miei, un vero e proprio trofeo all’interno dell’agence, in quanto consegnato solo a chi ritenuto capace di gestire eventuali contatti!). E’ buffo, e forse anche saccente da parte mia dirlo, ma in parte credo davvero di aver portato qualcosa all’agence; di certo ho portato un metodo di lavoro diverso, e le mie conoscenze ed esperienze che sicuramente sono state utili, ma soprattutto credo di aver influito nella creazione di una maggiore coesione del team, che non è mai un aspetto da sottovalutare all’interno di uno studio di architettura, dove è fondamentale essere una squadra e lavorare di comune accordo.
E’ difficile quantificare l’impatto che questa esperienza apporterà al mio futuro ed al mio futuro progetto, ho imparato molte cose di cui non sapevo nemmeno l’esistenza, ma è indubbio che influirà in qualche modo su quest’ultimo; ho letteralmente visto a 360° il processo di realizzazione di un progetto, interagito con importanti clienti, visitato grandi cantieri, gestito rapporti con ingegneri strutturisti termoacustici, geologi.. insomma ho svolto il ruolo dell’architetto ma in parte anche quello di project manager, e tutto grazie alla fiducia che il mio host ha riposto in me, il che non è affatto scontato.
Penso che questa esperienza sia una fra le migliori possibilità per un giovane di apprendere al meglio come gestire un business o imparare un mestiere. Spesso restando nella propria comfort zone, si è sereni ma non appagati, spesso bisogna oltrepassare i propri limiti per sapere che c’è un mondo di opportunità davanti ai nostri occhi.
Consiglierei ad altri giovani di farlo? Lo sto già facendo ampiamente!