Erasmus Young Entrepreneurs si sta rivelando un’esperienza sorprendente ed intensa. Sono Danilo Crispino, ho 32 anni e mi occupo di documentazione audiovisiva. Ho operato in diversi ambiti, dal marketing al terzo settore, come operatore camera, addetto alla post produzione, regista e media educator.

Tuttavia ciò che mi ha sempre entusiasmato è il racconto dei processi trasformativi di persone, luoghi e comunità; e specialmente all’interno dei programmi europei come Erasmus + ed European Solidarity Corps ho trovato il contesto ideale dove sperimentare, crescere e proporre soluzioni per raccontare e creare valore aggiunto.

La mia avventura all’interno del programma ha avuto inizio il 15 Settembre, giorno in cui ho incontrato Miguel ed i suoi collaboratori che mi hanno accolto con calore ed affetto ad Amarante, una ridente cittadina del nord del Portogallo dove rimarrò fino al 15 Gennaio del 2024.

Sin da subito ci siamo adoperati per integrare al meglio gli obiettivi progettuali con le attività che l’host e, a due giorni dal mio arrivo, mi sono immerso totalmente nella vita dell’organizzazione seguendo la documentazione di un Workcamp internazionale della durata di 15 giorni con 20 partecipanti e altre 5 persone tra trainer e volontari del programma ESC.

Durante le attività ho avuto modo di interagire spesso con Miguel per meglio focalizzare il prodotto audiovisivo che produrrò per documentare e promuovere questa tipologia di attività.

I suoi consigli si sono rivelati molto utili per comprendere come mettere in luce i valori promossi dall’organizzazione, l’impatto positivo che questa offre sulla comunità e sui partecipanti e come questi valori possano impattare anche in altre comunità in luoghi differenti dell’Europa.

Questo aspetto rappresenta il principale motivo per cui ho scelto di partecipare ad EYE: avere l’opportunità, attraverso la collaborazione, di progettare un’impresa che sia in grado di valorizzare quanto le organizzazioni fanno in tutta Europa in termini di empowerment delle  persone e delle comunità locali e raccontare, insomma, i processi di trasformazione locali al fine di creare un valore aggiunto su scala globale.

Ad ora si sta rivelando un’esperienza sfidante ma molto significativa.

Sento che mi sta aiutando a comprendere come identificare le priorità comunicative, comunicare al meglio la mission e gli aspetti fondamentali del lavoro di Miguel e della sua organizzazione. Sono decisamente entusiasta e non vedo l’ora di proseguire e trarne il massimo.

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