Sembra quasi ieri che salivo un po’ agitato su quell’aereo, che di lì a poco mi avrebbe portato a vivere un’esperienza completamente nuova e diversa da ciò a cui sono stato sempre abituato. Invece è già un mese che sono qui in Olanda, una terra che avevo già vissuto in passato e che mi aveva lasciato la voglia di viverla sotto una veste diversa, più vera e autentica.
Forse è meglio presentarsi prima. Sono un giovane architetto che ormai già da cinque anni ha vissuto con entusiasmo le prime e più disparate esperienze professionali, dalla didattica e ricerca in ambito accademico all’attività progettuale all’interno di studi di architettura. Nonostante l’ampio ventaglio di esperienze alle spalle ho sempre sentito la necessità di guardare fuori dal mio giardino, rompere la mia comfort zone.
Ed è questa la possibilità che mi si è presentata mesi fa quando decisi di prendere parte al programma Erasmus for young entrepreneur, quasi per gioco ma con l’obiettivo centrale di crescere a livello professionale e umano.
L’entusiasmo con cui sono partito non è stato affatto tradito da questo primo mese colmo di situazioni nuove e inaspettate, che nel loro piccolo stanno mettendo in discussione il mio personale modo di vedere il mondo, ma soprattutto di vivere la mia professione.
Le prime settimane alla ricerca di una sistemazione nella frenetica Rotterdam sono volate passeggiando e perdendomi tra parchi, canali e immensi grattacieli. Un mix inaspettato di luoghi e culture che ogni giorno stupisce.
L’accoglienza in ufficio è stata calda e da subito mi sono sentito parte integrante del team. Sono stato subito introdotto in maniera chiara alle dinamiche dello studio e nel giro di poche ore ero già a lavoro su un interessante progetto di rigenerazione e valorizzazione paesaggistica. Sono rimasto piacevolmente colpito dall’estrema organizzazione dell’ufficio e del modo in cui gestiscono i diversi progetti, un flusso di lavoro fluido e continuo caratterizzato da un confronto costante e alla pari con i team leader.
La prima settimana è quindi passata in un batter d’occhio, tra momenti di formazione, revisioni, pranzi e qualche caffè di troppo ed adesso che mi appresto a concludere la seconda sento che la motivazione che mi ha spinto ad intraprendere questa esperienza cresce di giorno in giorno.
Le aspettative riposte hanno trovato quindi una piacevole conferma in questi primi giorni di scambio e credo fermamente che i prossimi quattro mesi confermeranno ancor di più queste prime vibrazioni positive.