L’INIZIO DI UN’AVVENTURA HA IL PROFUMO DEL MOSTO ED È VERDE SMERALDO
Vivere quattro mesi in Irlanda. Chi l’avrebbe mai pensato? Io, Alessandro Carocci, un laureato in filosofia araba con una tesi sperimentale sulle relazioni intercorse nell’Iberia islamica medievale fra musulmani e cristiani e con alle spalle un’esperienza di un anno in Spagna (mediterraneo il percorso accademico e mediterranea l’esperienza all’estero), mai avrei immaginato che il futuro mi avrebbe riservato una strada totalmente diversa da quella che avevo intrapreso con l’università, per di più molto più a Nord delle Alpi di quanto non fossi mai stato.
La birra per me è iniziata a diventare un lavoro un anno dopo la laurea, quando il mio progetto di dottorato si è scontrato con la dura realtà della burocrazia accademica italiana. L’artigianato da passione è quindi diventato lavoro, tanto che ho già avuto esperienza in un birrificio romano. Tuttavia, la possibilità che si è aperta (che ha preso il via il 24 febbraio 2021 e che terminerà il 24 giugno 2021) potendo partecipare all’EYE (su consiglio di un amico) mi pone davanti a una prospettiva unica. Studiare e lavorare con la birra in Irlanda è un po’ come andare a imparare l’arte della pasta a Gragnano, in Campania: un paradiso in terra.
A tutto ciò si aggiunge l’obiettivo del progetto: formarmi come imprenditore per aprire la mia attività: un brewpub, ovvero un pub che produce e somministra le proprie birre. Dunque, quale meta migliore dell’Irlanda, dove la birra è religione e il pub è liturgia? L’azienda ospitante possiede diversi pub a Dublino e un birrificio a Trim, a un’ora dalla Capitale. Dopo i primi giorni in birrificio, con un gruppo di lavoro appassionato, competente e molto accogliente, mi aspetto di imparare tantissimo da questa esperienza non solo a un livello puramente tecnico, ma anche umano, immerso come sarò nella cultura irlandese. Qui la birra è vissuta in maniera diversa che da noi, e questo influenza anche come io immagino il mio progetto.
Inizialmente, non è stato facile riuscire a gestire, durante la pandemia, contemporaneamente la stesura dei documenti per candidarsi, un lavoro in corso e la vita privata. Questo mi ha fatto risuonare in testa una canzone che sembra perfetta per l’inizio della mia esperienza: The Rocky Road to Dublin, dei The Dubliners. Non è una partenza triste, anzi, semplicemente, e soprattutto in questo periodo storico, ho la sensazione che questa esperienza, almeno all’inizio, abbia le fattezze di un’avventura; e come ogni avventura, c’è un misto di speranza, malinconia, gioia, esaltazione, eccitamento, curiosità, nostalgia e voglia irrefrenabile di camminare e andare avanti.
Per concludere, i paesaggi irlandesi, l’odore del mosto caldo in produzione, le novità che sto vivendo, fondendosi con le mie sensazioni ed emozioni, non possono che evocare in me una delle canzoni di Bilbo Baggins, nel The Hobbit, di J.R.R. Tolkien, un’opera che tratta del viaggio e che sento estremamente vicina:
La Via prosegue senza fine Lungi dall’uscio dal quale parte. Ora la Via è fuggita avanti, Devo inseguirla ad ogni costo Rincorrendola con piedi alati Sin all’incrocio con una più larga Dove si uniscono piste e sentieri. E poi dove andrò? Nessuno lo sa.