Ciao a tutti, Young Entrepreneurs!
Eccoci alla terza ed ultima puntata di questa esperienza in Olanda.

Alla fine di agosto, qua in Olanda, è già arrivato l’autunno, dopo un’estate che si è fatta ben desiderare e che è durata decisamente troppo poco. Mentre scrivo il cielo è grigio e pioviggina, come a voler dipingere la mia tristezza a lasciare questo Paese così ordinato, sereno e calmo. Guardandomi indietro posso riassumere questi sei mesi con tre parole: Sole, Lentezza, Delusione.

Sole. devo dire che questi mesi primaverili in versione grigia senza un grammo di Sole non sono stati facili. Non avevo mai preso in considerazione l’importanza del meteo nella mia vita quotidiana e invece devo ricredermi: la luce del Sole è un importante elemento per il nostro umore e forse è per questo che gli Olandesi ci tengono molto al loro tempo libero di cui non si priverebbero mai. Tipico il barbecue al parco, anche se il Sole fa capolino solo per un paio d’ore la domenica pomeriggio. Ancora mi sembra strano dirlo, ma il Sole mi è mancato tanto e pensare che finora l’avevo sempre dato per scontato!

Lentezza. Sì, un altro piccolo e semplice valore che ho imparato ad apprezzare in questi mesi è la lentezza: in Italia la vita è sempre molto frenetica, le persone corrono sempre da una parte all’altra. Il caffè, espresso, bevuto in un sorso, in fretta, in piedi davanti al bancone, pagato con un po’ di spiccioli trovati in tasca, perché non si perde tempo nemmeno per quello. A Rotterdam, le persone si godono il proprio tempo; alla cassa del supermercato si fanno due chiacchiere, magari ci si scambia una ricetta, il semaforo è giallo? Perché correre? Puoi aspettare un minuto e parlare con i tuoi compagni di marciapiede.

Ed è appunto per questo che l’ultima parola è “delusione”: delusa dalle mie aspettative di un Nord Europa freddo, frenetico, chiuso, grigio. Niente di più falso! In ogni ambito ho trovato persone gentili e cordiali, che offrono sempre il loro aiuto con calma e dolcezza. La fame di Sole e di calore fa sì che ci si goda davvero il tempo passato all’aria aperta nei numerosi parchi sempre verdi, in compagnia della famiglia, degli amici e dei colleghi. Nonostante pochi “expats” conoscano la lingua olandese, non è difficile attaccare bottone con un indigeno: in treno, al supermercato, in palestra, ai concerti, iniziano sempre la conversazione con un sorriso e un “da dove vieni?” Sebbene sei mesi in una città sembrino pochi, mi sono costruita velocemente una bella rete di amicizie, sia al lavoro che fuori. Non sono mancate le bevute del venerdì sera dopo lavoro con i colleghi, tipiche qua in Olanda, atte a instaurare rapporti più umani anche nel contesto lavorativo e per fare networking per il futuro. Spesso, a pranzo in ufficio abbiamo avuto persone di passaggio, vecchi amici o vecchi colleghi di altri studi di architettura o di altre compagnie.

Per quanto riguarda il lavoro, durante questi sei mesi ho lavorato a diversi progetti architettonici in diverse fasi: dall’idea, ai dettagli costruttivi: sebbene sia stato interessante, non mi sento arricchita di altre competenze. Nelle ultime settimane ho avuto la possibilità di studiare meglio il progetto modellandolo in scala, con bastoncini di legno e colla. In Olanda, a quanto ho visto, è molto comune progettare con l’aiuto di modelli fisici, cosa che da noi è caduta un po’ in disuso e riservata solo ai primi anni di università. Lo trovo invece molto affascinante, e anche intelligente: costruire in piccolo il tuo progetto ti fa capire meglio come funziona e, se viene bello, è un oggetto da mostrare al cliente e diventa quindi un’ottima mossa di marketing! L’ultimo giorno è coinciso esattamente con l’ultima fase della progettazione: il disegno e lo studio dei dettagli costruttivi in bambù, previsti per il nostro ristorante del resort. Non avevo mai studiato prima un materiale simile ed è stato molto interessante e divertente cimentarsi in tecnologie così diverse da quelle che usiamo e studiamo di solito in Europa. A conclusione della giornata abbiamo mangiato la tipica torta di mele olandese e una birra fresca, e Olav, il mio Host Entrepreneur, mi ha regalato un libro proprio sul bambù e i suoi usi in architettura.

In generale, mi sarei aspettata una preparazione più volta a come gestire una compagnia e pensavo di acquisire più conoscenze in merito alla gestione amministrativa e all’organizzazione generale, ma forse ho imparato cose più importanti: il valore delle cose semplici, del mio tempo e del Sole!

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