Sono arrivato a Bruxelles due mesi fa (15 giugno) e sono ormai giunto a metà del mio percorso presso EUAbout. Il tempo è volato in questi mesi.
Dal momento in cui sono arrivato sono subito stato coinvolto nelle dinamiche d’ufficio. Ho avuto e sto tuttora avendo la possibilità di lavorare su vari livelli della progettazione europea: dalla ricerca di bandi, alla scrittura vera e propria, così come il coordinamento con i vari partner e con il team di lavoro.
Tutte queste attività mi stanno permettendo di migliorare notevolmente le mie competenze tecniche nell’ambito del project management, ma allo stesso tempo sto affinando quelle competenze definite soft skills, estremamente importanti in qualsiasi ambiente di lavoro. La stretta collaborazione con colleghi di lavoro stranieri mi permette di affinare le mie competenze linguistiche (inglese e francese) ma anche di approcciarmi ai problemi legati a questa professione in maniera diversa, facendo tesoro dell’esperienza derivata dal costante lavoro in affiancamento al mio Host.
Lavorare a stretto contatto con un professionista del settore mi sta facendo capire le lacune che la mia idea di business presenta ma anche i punti di forza sui quali basarmi per svilupparla al meglio. Allo stesso modo sto affinando le mie competenze nella pianificazione e organizzazione delle varie attività quotidiane: dalla ricerca di partner all’organizzazione delle riunioni con i potenziali clienti; dalla stesura di un business plan alla presentazione in power point di un progetto.
Il settore lavorativo della consulenza e progettazione su fondi UE ha sicuramente risentito degli effetti causati dal COVID-19, così come quasi tutti gli altri settori ovviamente. Questo ha portato ad un ridimensionamento delle strategie di intervento da parte dell’azienda ospitante, costringendomi a sviluppare una grande flessibilità lavorativa ed un approccio multi-tasking, dandomi ancora una volta la possibilità di imparare “sul campo” importanti lezioni.