Tra (poche) restrizioni e smart working
Giunto a metà del mio scambio, la mia esperienza ha dovuto affrontare una crisi globale dettata dall’emergenza Covid-19. In Olanda, sulla scia del resto dei paesi nord europei, le misure per il contenimento della pandemia risultano essere meno restrittive rispetto a ciò che è stato disposto in Italia.
Non è necessario presentare un’autocertificazione per poter uscire, e in generale il governo ha basato le misure di contenimento sulla fiducia e sul buon senso nei confronti dei propri cittadini. Aggiungerei che il distanziamento sociale in un certo senso è facilitato dalla loro cultura, basata su relazioni sociali e comportamenti differenti dai nostri.
Pur essendo uno studio piccolo, quindi di conseguenza maggiormente facilitati nella gestione dello spazio, è stata presa la decisione di lavorare da casa, sfruttando quindi le opportunità dello smart working.
In generale, il lavoro è stato organizzato attraverso meeting quotidiani, dedicati all’organizzazione generale del flusso di lavoro e alle revisioni, quando necessarie. Per rispondere alla necessità di una comunicazione rapida e diretta usiamo una chat attraverso la quale si possono comunque allegar catture di schermate e estrapolare parti di documenti che necessitano una revisione o un confronto costruttivo.
In linea di massima posso affermare che il flusso di lavoro non ha subito brusche interruzioni, soprattutto perché il rapporto lavorativo è basato sulla fiducia e sulla capacità del singolo nei confronti del team. In questo modo ognuno sente la fiducia dei suoi responsabili e si sente sicuro di poter svolgere le attività e le mansioni attribuitegli, cercando sempre di essere propositivo, mantenendo il lato critico nello svolgere i compiti. Ad ogni modo, l’ambiente di lavoro dello studio non si può ricreare attraverso piattaforme digitali e quindi le semplici conversazioni o in generale il rapporto sociale instaurato viene a mancare in certi frangenti.
Sino alla metà del mese di marzo ho lavorato allo sviluppo dei disegni esecutivi di un progetto per un edificio residenziale ad Amsterdam, sviluppando gli elaborati in formato bim, congiuntamente alla revisione della prima versione del BIM Manual, sviluppato dallo studio per il processo interno di lavoro, e per poter quindi facilitare e coordinare i compiti di tutti i progettisti.
In questo momento, dopo aver terminato una investigazione sulle abitazioni multigenerazionali e su possibili sviluppi futuri in questo ambito, siamo a punto di iniziare un nuovo progetto.
Noto particolarmente come lo scambio sia ben strutturato proprio rispetto agli obiettivi prefissati e mentre io contribuisco con le mie conoscenze specifiche, miglioro le mie competenze sul processo generale dello svolgimento del progetto architettonico.
Tutte le impressioni positive sono state confermate, e posso affermare che sto conseguendo competenze imprenditoriali tali da sentirmi più sicuro e qualificato per iniziare e intraprendere un’attività in questo settore.