“…E il naufragar m’è dolce in questo mare”

Siamo ormai in autunno qui a Siviglia, ma il clima è così gradevole che si fa fatica a rendersi conto che l’estate sia terminata da un po’. Il tempo vola e sono già trascorsi poco meno di due mesi da quando sono qui. Nel percorso casa – “oficina” che conduco ogni mattina penso a quanto sia infinito il mondo dell’architettura e a quanto sia affascinante il “saper di non sapere” di memoria socratica, che ti pone in una condizione di costante ascolto e studio.

Dopo un primo mese in cui insieme ad altri architetti dello studio abbiamo lavorato ad un concorso internazionale di progettazione, curandone anche gli aspetti burocratici e amministrativi relativi alla documentazione da consegnare ecc., sono ora alle prese insieme al mio host e ad un altro collega con la progettazione di una boutique di alta moda nel centro di Siviglia.

Un salto di scala notevole e un livello di progettazione totalmente differente che mi ha fatto capire meglio l’importanza che ha l’architectural visualisation e l’architectural rendering tanto in fase di progettazione, ma soprattutto in fase di presentazione con il cliente. La rappresentazione realistica del “sogno” permette di coinvolgere in maniera diretta i “non addetti ai lavori” (soggetti committenti, esperti di marketing e promotori del branding) e di instaurare così dibattiti e conversazioni per migliorare la risposta del progetto alle esigenze. Competenze di questo tipo sono un’importante risorsa su cui investire tempo e fondi, ragion per cui la voglia di voler approfondire personalmente questo aspetto potrebbe ritardare di qualche mese l’avvio della mia attività imprenditoriale.

La scala ridotta dell’intervento mi ha permesso di instaurare contatti diretti con tutte le figure, professionali e non, coinvolte in quello che è il processo progettuale definitivo ed esecutivo e mi ha fatto capire meglio il ruolo di regista che deve avere l’architetto. Intesa la complessità e la multidisciplinarità che si celano dietro uno studio di livello internazionale inizio così a rivedere il mio business plan e a considerare l’idea di ricercare, all’interno della mia cerchia di conoscenze, colleghi e amici del settore che siano disposti a collaborare al mio progetto in modo da allargare l’organico e di unire le forze in vista del mio ritorno in Italia.

 

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